Taranto, 7 novembre 2024.
Nei suoi 50 anni di vita, la Denominazione di Origine Controllata Primitivo di Manduria ha subìto diverse modifiche nel disciplinare di produzione, non sempre senza suscitare polemiche e controversie, (come avevo scritto qui). Il primo Disciplinare fu pubblicato in Gazzetta Ufficiale nr. 60 del 4 marzo 1975, mentre l’ultima modifica, approvata con Decreto Ministeriale del 07/03/2014 e consultabile sul sito ufficiale del Mipaaf, sostanzialmente inserisce la dicitura “Riserva” per quei vini che abbiano un minimo 24 mesi a partire dal 1° novembre dell’anno di vendemmia, di cui almeno 9 mesi passati in botti di legno, con un volume alcolico minimo di 14%. Se nel primo disciplinare l’unico vitigno consentito era il primitivo, oggi possono concorrere altre uve a bacca rossa, tradizionali del territorio, per un massimo del 15%. A parte la versione Riserva, il titolo alcolometrico volumico totale minimo è sceso da 14 a 13,5%.
Nel 2011, con D.M. 23.02.2011, G.U. 57 del 10.03.2011, è stata approvata la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), la prima in Puglia, per il Primitivo di Manduria Dolce Naturale, la versione in cui le uve subiscono un leggero appassimento su pianta o sui graticci, dando vita a vini di grande struttura e dolcezza, da meditazione (leggi qui).
A proposito di DOCG, è stata respinta l’ipotesi di unire la DOCG per tutte le tipologie del Primitivo di Manduria, proposta la prima volta nel 2019 e riproposta nel 2022 dal presidente del Consorzio di Tutela, la dott.ssa Novella Pastorelli, e parte del CdA. Il motivo sembra la discordanza per la possibilità di ’imbottigliamento fuori zona di produzione. Per qualcuno è stata una mancata opportunità di valorizzare tutto il comparto, per altri la lettera "G" sarebbe stato un inutile orpello, che non avrebbe dato nulla di qualificante così come proposto. Ora si sta dibattendo se inserire per la DOC la versione “rosato”.
Aldilà delle modifiche sul disciplinare, com’è e come deve essere il primitivo oggi? Qual è la caratteristica che lo rende un vino unico, riconoscibile? Per natura, data la lunga esposizione al sole e ai venti marini, dato il clima caldo e poco piovoso, data la conformazione del terreno argilloso, ricco di ferro e di altri minerali, il vitigno produce uve ad alto tasso zuccherino, quindi in grado di dare vini potenti, alcolici, strutturati.
Ma “la potenza è nulla senza controllo”, come recitava una vecchia pubblicità di pneumatici. Il rischio di ottenere vini troppo forti e poco equilibrati è sempre stato alto, pertanto è importante saper cogliere il giusto tempo della vendemmia e avere una buona esperienza in cantina per le pratiche enologiche, in modo da adeguare l’alta gradazione alcolica in armonia alle caratteristiche organolettiche giocate sul frutto e sulla sapidità. Un prodotto che ha rispecchiato appieno queste peculiarità è il Tretarante, Primitivo di Manduria DOC dell’azienda Milleuna del compianto Dario Cavallo.
Il Tretarante è un vino ottenuto da uve primitivo in purezza, provenienti da impianti ad alberello con 40 fino ai circa 90 anni di età, ubicati nel territorio di Torricella, poco distanti dal Mar Jonio. Prima dell’imbottigliamento, il vino ha subìto un passaggio in barrique di rovere francese per 15 mesi, successivamente ha sostato in vasche di cemento per otto mesi e in bottiglia per ulteriori otto mesi.
Il Tretarante 2010 si presenta al calice con un colore rosso rubino scuro, quasi impenetrabile: all' olfatto è complesso, l’ampio bouquet regala profumi intensi di frutti di bosco, ciliegie e prugna, tabacco, caffè e vaniglia e con note di cacao e liquirizia; al palato è dolcemente succoso e, nonostante l’alto grado alcolico (18% vol.), la sensazione di calore è mitigata da un’inaspettata spalla acida che dona una gradevole freschezza; il finale è persistente, con ritorni di liquirizia e di frutta in confettura. Questo vino robusto ed elegante al tempo stesso, può essere abbinato a pietanze dal sapore altrettanto deciso, come selvaggina e formaggi stagionati. Un vino sicuramente longevo, che non ha sentito il peso degli anni al momento della degustazione.
Rimane il ricordo di un vino estremo, opulento, che sapeva regalare mille e una emozione. Ne parlo al passato, in quanto, dopo la dipartita del patròn Dario Cavallo, l’azienda ha chiuso i battenti. Un vino che, a mio avviso, rappresenta l'autenticità del territorio, all'apparenza scorbutico ma che, osservandolo attentamente, offre uno scenario sorprendentemente spettacolare.
Si narra che il nome “Mille e Una” sia nato da un’espressione di un amico e socio di Dario, tale Bruno De Conciliis, che, guardando il cielo stellato durante una notte di mezza estate in riva allo Jonio, disse “mi sembra di vivere in una favola come Mille e una notte!”
La bottiglia di questo vino mi è stata regalata dalla famiglia Tocci, tenutari dell’omonima azienda vitivinicola di Carosino (TA), della quale parlerò in questo blog nella prossima puntata sul 50° anniverasrio del PdM, dedicata ai “vini di famiglia”, di famiglie che sanno anch’esse tenere alto il nome del Primitivo di Manduria. Seguite sempre il vostro… Istinto!
Buon anniversario.
Paolo Bargelloni
Scheda prodotto:
TRETARANTE - Primitivo di Manduria DOC - Azienda Milleuna (Lizzano - TA)
Anno di vendemmia 2010; volume alcolico 18%; formato bottiglia 75cl.
Prezzo in enoteca: 60 - 80 euro.
Disponibile presso punto vendita Bernardi (Grottaglie)
Degustato nel mese di dicembre 2022.