Taranto, 5 ottobre 2024.
Il 30 ottobre 1974, con il Decreto del Presidente della Repubblica, Sergio Leone, su proposta del Ministro per l’agricoltura e le foreste, di concerto con il Ministro per l’industria il commercio e l’artigianato venne approvato il primo Disciplinare di produzione del Primitivo di Manduria D.O.C., pubblicato in Gazzetta Ufficiale nr. 60 del 4 marzo 1975. Dunque, quest’anno si celebra il 50mo anniversario di questa importante Denominazione, oggi molto apprezzata in tutta Italia e che sta suscitando grossi interessi anche all’Estero. Ma in questo mezzo secolo di storia vitivinicola, non sempre è stato tutto rose e fiori, anzi. Nonostante il riconoscimento ministeriale, per troppi decenni la produzione si è limitata al mercato locale e molti agricoltori hanno preferito continuare ad inviare uve e mosti in altre regioni, le quali li hanno utilizzati per il taglio ai loro vini blasonati, per dar loro corpo e colore più intenso.
Soltanto negli ultimi 20 anni il Primitivo di Manduria viene considerato un prodotto di eccellenza, grazie soprattutto ad un lungimirante e virtuoso produttore, tale Gianfranco Fino, che ha studiato, capito e sfruttato al massimo le grandi potenzialità del vitigno, così che i suoi vini, in particolare l'ES, hanno ottenuto i massimi riconoscimenti in tutte le più importanti guide di settore. L’interesse per il primitivo è cresciuto in maniera esponenziale tanto da far pervenire in Puglia i migliori enologi e non solo. Persino un noto giornalista RAI, abruzzese, ha investito sui vigneti in riva allo Jonio.
Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria nasce soltanto nel 1998 e dal 2015 ha ottenuto dal Ministro delle Politiche Agricole e Forestali l’attribuzione esclusiva dell’incarico di coordinare le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, vigilanza, informazione del consumatore e cura generale degli interessi, ottenendo il riconoscimento “Erga Omnes” per il Primitivo di Manduria DOC e per il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG. Il Consorzio conta oltre 2000 soci viticoltori e 118 aziende distribuite nei 15 comuni della provincia di Taranto e 3 nella provincia di Brindisi.
Come accade spesso, il successo di un singolo traina un intero comparto, ma anche in questo caso sono nate invidie e gelosie, nonché discussioni accese sulle modifiche che il disciplinare ha subìto negli anni, in particolare in quelli recenti. Qualcuno, pur continuando a produrre in zona, ha abbandonato il Consorzio, rinunciando alla DOC in etichetta.
Il pericolo che grandi aziende, per far troppa produzione, vadano a scapito della qualità e della genuinità è alto, come è successo in altre denominazioni.
Non mi addentrerò in queste polemiche, ma mi auguro solo che siano rispettati il territorio, le tradizioni e, soprattutto, la qualità del prodotto, possibilmente facendo prevalere la coltivazione biologica e l’uso limitato delle pratiche chimiche in cantina.
Per fortuna esistono piccole aziende, alcune delle quali a conduzione familiare, che credono fortemente in questi valori. Aziende nate negli ultimi 15-20 anni, aperte da giovani imprenditori, ma che provengono da generazioni di viticoltori. Viticoltori che lavoravano nei loro vigneti ma conferivano l’uva alle cantine sociali o ad altre aziende, anche fuori regione.
Tra queste c’è l’azienda agricola Fabiana, fondata dai coniugi Antonio e Anna Barulli. La loro passione è stata trasmessa ai figli Michele e Fabiana. Michele, ex sottufficiale della Marina Militare, aveva lasciato la Forza Armata per dedicarsi in toto all’azienda che porta il nome della amata sorella, mettendo le mani e i piedi in vigna, portando il trattore e partecipando attivamente a tutte le fasi della produzione vitivinicola. Fabiana, invece, che si occupava della parte amministrativa, era partita per l’America, prima a Philadelphia poi a New York, come ambasciatrice dei vini pugliesi, facendoli conoscere e far apprezzare agli statunitensi. Un’avventura per nulla facile, dato che non conosceva bene la lingua inglese, che ha poi imparato in loco. Ma i ristoranti italiani nella grande mela non mancano ed è lì che ha piazzato le prime bottiglie di primitivo. Pazientemente, ha raccontato ai residenti, che non sapevano neanche dove si trovasse la Puglia, la nostra cultura, le nostre bellezze e, ovviamente, la nostra gastronomia.
Ad un certo punto, il destino dei Barulli è stato crudele. Nel 2021, quando ormai sembrava andare tutto a gonfie vele, prima il papà, per una brutta malattia, poi Michele per un tragico incidente stradale, hanno abbandonato la vita terrena, lasciando, oltre al dolore, tutto il peso alle donne della famiglia. Fabiana, grazie alla sua caparbietà e al suo coraggio, anche in onore di suo padre e di suo fratello, ai loro insegnamenti e all’appoggio di mamma Anna, ha deciso di tornare in Italia e continuare a gestire l’azienda. Del fratello dice: "Michele, anche se non è qui con noi fisicamente, fa sentire la sua importante presenza quando siamo in vigna. Il suo sorriso rimarrà sempre nei ricordi di chi lo ha conosciuto".
L’azienda agricola Fabiana ha sede a San Giorgio Ionico e i suoi vigneti si estendono da qui fino a Pulsano, passando per Faggiano e Rocca Forzata, nel tarantino. Oltre al primitivo, la cantina produce ottimi vini da negroamaro anche in versione rosato, e bianchi da fiano e da chardonnay.
Il Calidus è un Primitivo di Manduria DOC, ottenuto da selezionate uve primitivo in purezza, dai vigneti ubicati nel territorio di Faggiano, coltivati ad alberello, con piante che hanno tra i 20 e i 50 anni di età e godono delle correnti marine del Golfo di Taranto; la raccolta delle uve viene effettuata a mano, spesso di notte, nell’ultima decade di agosto; la vinificazione in rosso è termocontrollata in tutto il processo fermentativo; il vino subisce un passaggio in barrique di rovere francese per 6 mesi ed un successivo affinamento in bottiglia. Al calice si presenta di colore rosso rubino intenso, con riflessi granati sull’unghia; al naso si possono percepire frutti maturi a polpa rossa (ciliegie, lamponi, more), seguiti da delicati sentori di tostatura dolce (vaniglia, note di cacao); in bocca è polposo, caldo, con tannini appena accennati; il retrogusto è abbastanza persistente, con decisi ritorni di frutta matura. Il volume alcolico è di 15%. Consigliabile berlo a temperatura ambiente (18-20° C), in abbinamento a primi piatti con ragù, a carni rosse e a formaggi stagionati.
Il nome latino Calidus, ovvero la sensazione di calore, appare appropriato. Fabiana, col suo primitivo, e non solo, ha scaldato i cuori di tanti americani, e non solo...
Tra gli altri prodotti di questa azienda suggerisco il Fiocco (fiano Salento Igp) e il Kalema (negroamaro rosso Salento Igp).
Nei prossimi giorni, per celebrare il compleanno della nostra amata DOC, parlerò di altre aziende che tengono alto il nome del Primitivo di Manduria. Seguite sempre il vostro… Istinto!
Buon anniversario.
Paolo Bargelloni
Scheda prodotto:
CALIDUS - Primitivo di Manduria DOC - Azienda agricola Fabiana (San Giorgio Jonico - TA)
Anno di vendemmia 2020; volume alcolico 15%; formato bottiglia 75cl.
Acquistabile per 24 euro nel punto vendita di San Giorgio Ionico, in via Roma (ss. 7 ter) e presso Vineria n°01 a Francavilla Fontana (BR), in via Regina Elena 21.
Disponibile anche on line (https://www.fabianawines.it/shop/)
Degustato nel mese di settembre 2024.